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By Hjalmar Söderberg
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Das Zeitdenken bei Husserl, Heidegger und Ricoeur
Die vorliegende Studie untersucht das Zeitdenken von Husserl, Heidegger und Ricoeur in philosophiehistorischer, systematischer und methodologischer Hinsicht. Damit liefert sie zugleich eine Übersicht über die Zeitproblematik in der Phänomenologie als deren wichtigste Autoren Husserl, Heidegger und zuletzt auch Ricoeur gelten können.
Phenomenology and existentialism reworked figuring out and adventure of the 20 th Century to their middle. that they had strikingly various inspirations and but the 2 waves of idea turned merged as either activities flourished. the current number of examine dedicated to those activities and their unfolding interplay is now specifically revealing.
Philosophy suffers from an far more than convoluted introspection. One result's that techniques multiply unchecked. That a few occasions have observable factors will get reified right into a First reason or, in a extra secular age, to the thesis that each occasion is fatalistically made up our minds. one other quandary of convoluted introspection is that tiny yet an important assumptions slip in, frequently unawares, with the outcome that densely argued counter-tomes are written in answer and no development is made towards any form of consensus.
This fresh translation of Martin Heidgger's Mindfulness (Besinnung) makes on hand in English for the 1st time Heidegger's moment significant being-historical treatise. right here Heidegger returns to and elaborates intimately the various person dimensions of the traditionally self-showing and reworking allotments of be-ing.
- On the Way to Heidegger's Contributions to Philosophy
- Experimental Phenomenology: Multistabilities (2nd Edition)
- Cognition: An Introduction to Hegel's Phenomenology of Spirit
- Principles of Gestalt Psychology
- On the Phenomenology of the Consciousness of Internal Time (1893–1917)
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Arrivò il vino. Da come il cameriere scodinzolava le falde del suo frac si capì che si trattava di qualcosa di assai caro. Tomas aveva avuto dei soldi da suo padre in occasione dell’esame, e non desiderava altro che finirli al più presto. Tomas Weber aveva un viso aperto, con occhi azzurri e capelli castano chiaro pettinati all’indietro. La bocca piuttosto grande, ma ben disegnata, esprimeva un energico desiderio di prendersi tutto quanto la vita poteva offrire. Era di costituzione esile e di altezza leggermente inferiore alla media.
Lei non aveva fame, ma a Tomas riuscì comunque di convincerla a entrare al Bellmansro e prendere il caffè con i pasticcini. Decisero di comune accordo di non sedersi all’aperto, dove qualcuno avrebbe potuto vederli, e presero posto in una stanzetta laterale ammobiliata in verde, con un brutto divano, un tavolo e un paio di sedie. C’era un’aria soffocante lì dentro. Lui la aiutò a levarsi il cappello e il soprabito dopo che la cameriera li ebbe serviti e se ne era andata. Il caffè l’avevano bevuto.
Tomas sentì balenare un rimorso di coscienza: aveva dimenticato di salutare la madre prima di uscire! Era colpa di Greta che si era messa a parlare del suo tema. La gente si era raccolta al centro della sala e il brusio tacque per alcuni secondi. Un signore anziano aveva avuto un attacco di nausea e lo si dovette portare fuori. Mortimer, sua moglie e la zia diedero la buona notte e si congedarono. Hall e Weber si spostarono sul divano. �Gagliarda la zia», constatò Hall. «Si è scolata tre bicchierini in un quarto d’ora».